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SPRING FORWARD!

posted on 22 Marzo 2022 in Senza categoria with 0 Comments

Nonostante tutto quello che abbiamo vissuto e stiamo vivendo e di cui a volte siamo responsabili, noi siamo qui a riempire il vostro spazio, il vostro tempo.
Una selezione di opere per riempire il vostro tempo, il vostro spazio, la vostra anima con quello che non potete immaginare

Spring Forward è un’ invito alla positività a cogliere tutte le vibranti energie del risveglio della natura. Una presa di coscienza nell’ambito dell’esperienza sensibile e una cognizione delle possibilità dell’intuizione


Gaia Fugazza, Bye Bees, 2019, legno d’acero, cera d’api, colori ad olio, pigmenti minerali, gomma,  inchiostro, gommalacca, 25 x 32 cm.

€ 3.800

Gaia Fugazza pone l’attenzione sul valore delle altre specie, dei sistemi e dei processi naturali ricollocandosi all’interno dell’ecosistema in un’ottica definita dal filosofo Norvegese Arne Naess di ecologia profonda. Dipinto su legno dal segno quasi primitivo e crudo come il gesto di chi li compie. L’intaglio, la modellazione, l’incisione sono gesti che si ripetono come rituali nella pratica di Fugazza. L’utilizzo dei colori di origine naturale è una scelta determinata da alcune peculiarità specifiche ma soprattutto dalla loro appartenenza alla realtà: si tratta di scale cromatiche che rimandano alla dimensione geologica. Le opere di Fugazza hanno un rapporto ambivalente tra l’illusione dello spazio dipinto e l’utilizzo di materiali e colori legati al reale.

Vincenzo Simone, Senza titolo, 2019, olio su lino, 30 x 40 cm.

€ 3.000

Una dedizione assoluta alla pittura e al suo linguaggio senza tempo è forse la spinta più profonda che anima la ricerca artistica di Vincenzo Simone. Una ricerca in equilibrio tra l’amore per la storia dell’arte e la costante necessità di testare la validità del linguaggio pittorico. “Una risposta rispetto ai soggetti dei miei quadri è “perché no?” Perché il vaso di fiori? Perché per quanto bello in un certo senso è garbato e sgarbato..”. Tratto dal Videoritratto di Vincenzo Simone per il Nuovo Forno del Pane del MAMbo realizzato da Veronica Santi.

Concetto Pozzati, Vulv’are, 2015-2016, pirografia e collage su tavola, 70 x 80 cm.

€ 15.000

Vulv’are di Concetto Pozzati il ritorno ad un’ atmosfera ancestrale di rappresentazione ripetuta dei genitali femminili su supporti differenti, incise su tavola, dipinte su tela, disegnate su carta e stratificate su cuoio. Pozzati ci riporta all’origine della pittura, all’origine del mondo e del femminile. Supporti che mutano le forme che si ripetono simili ma mai uguali secondo una profonda lavorazione ed elaborazione, stratificazione per portare in superficie portali e cavità che mettono in rapporto geometrie, linee e cromie. Un segno primigenio e multimateriale che si avvale di graffette, stralci di cartoncino, piccole diapositive secondo una lavorazione che omaggia la Dea generatrice dell’universo. (Aprire Venere: la grotta-grembo, la matrice – vulva. Commento critico di Laura Rositani in occasione della mostra Vulv’are 2022 – GALLLERIAPIU)

Ivana Spinelli, La Dea, segno che guarda e resta  v^v^v, 2017, pianta di ficus quiescente, boa di piume, 150 x 30 x 30 cm.

€ 3.500

Oltre l’ostentato battibecco tra la carezzevole morbidezza della piuma e la spigolosità puntuta dei rami adusti, l’opera (La Dea, segno che guarda e resta  v^v^v, 2017) è una felice metafora dell’intricato rapporto tra natura e artificio. Il segno roseo e soffice che cala delicatamente seguendo la forza di gravità sembra trasmettere un’idea di ordine rispetto alla formazione capillare della pianta che evade la regolarità di uno schema pur suggerendo un complesso organico. Le propaggini dell’arbusto (temporaneamente?) prive di vita, possono ricordare quelle formazioni “a pettine” tipiche di molte incisioni e iscrizioni preistoriche come quelle studiate da Marjia Gimbutas, al contempo tali ramificazioni sono tra le più frequentate evocazioni anatomiche del sistema arterioso-venoso umano.  (Pelo e contropelo – Dal testo di Claudio Musso in occasione della mosta Contropelo 2020 – GALLLERIAPIU)


Apparatus 22, Untitled 1, 2015-16, cuoio bianco tinto a mano, incisione laser, 140 x 100 cm.

€ 7.500

Sulla percezione del nostro corpo e sul fallimento del “capo d’abbigliamento protettivo per eccellenza” – un sogno che attraversa il campo militare e quello medico, quello sportivo e quello utopico ecc. – a seguito della scoperta da parte del CERN della trasparenza della materia solida su scala atomica.

Ogni parola diventa futile nell’affascinante consapevolezza che il mio organismo è anatomicamente trasparente ai raggi dell’Universo e che nessun tipo di capo d’abbigliamento può proteggermi dal transito molecolare che avviene dentro di me. (Al di sotto di (tre) circostanze dicotomiche Testo di Eleonora Farina in occasione della mostra di Apparatus 22 – Several Laws, The Elastic Test. 2016 GALLLERIAPIU)

Yves Scherer, You’re still the one, 2019, stampa lenticolare in cornice d’artista, 120 x 90 cm.

€ 12.000

Nelle sue opere lenticolari Scherer ci mette di fronte ad una vetrina che ci fa percepire la perfetta crasi tra chi vogliamo essere (Emma Watson, attrice e attivista, rappresenta il modello aspirazionale di una generazione) e dove vogliamo abitare (case da sogno dai colori pastello e dal design minimale). Per lo spettatore permane il costante senso di vedere dall’esterno, di poter sfiorare questa realtà ma senza mai raggiungerla.