BEGIN:VCALENDAR VERSION:2.0 PRODID:-//89.46.109.48//NONSGML kigkonsult.se iCalcreator 2.26.9// CALSCALE:GREGORIAN METHOD:PUBLISH X-FROM-URL:http://www.gallleriapiu.com X-WR-TIMEZONE:Europe/Rome BEGIN:VTIMEZONE TZID:Europe/Rome X-LIC-LOCATION:Europe/Rome BEGIN:STANDARD DTSTART:20231029T030000 TZOFFSETFROM:+0200 TZOFFSETTO:+0100 RDATE:20241027T030000 TZNAME:CET END:STANDARD BEGIN:DAYLIGHT DTSTART:20240331T020000 TZOFFSETFROM:+0100 TZOFFSETTO:+0200 RDATE:20250330T020000 TZNAME:CEST END:DAYLIGHT END:VTIMEZONE BEGIN:VEVENT UID:ai1ec-5443@www.gallleriapiu.com DTSTAMP:20240329T054120Z CATEGORIES;LANGUAGE=it-IT:mostre in corso CONTACT: DESCRIPTION:EMILIO VAVARELLA\nrs548049170_1_69869_TT (The Other Shapes of M e): Sourcecode\nA cura di Ramdom\n4.05.2021 > 31.08.2021\nrs548049170_1_69 869_TT (The Other Shapes of Me): Sourcecode è il titolo della terza mostra della trilogia espositiva ispirata al progetto rs548049170_1_69869_TT (Th e Other Shapes of Me) di Emilio Vavarella\, vincitore della 6.a Edizione d i Italian Council (2019). Il progetto esplora le origini della tecnologia binaria e le sue più recenti applicazioni: dalla tessitura alla programmaz ione\, agli algoritmi\, ai software\, ai processi di automazione\, fino al la completa digitalizzazione di un essere umano.\nDopo “Idee\, ipotesi\, a ssunti e oggetti” (luglio-settembre 2020\, Gagliano del Capo) e “Errori\, limiti e malfunzionamenti” (gennaio-febbraio 2021\, Shanghai) il progetto arriva a Bologna presso Gallleriapiù con il titolo “Sourcecode.” Il ‘codic e sorgente’ è al tempo stesso origine ed elaborazione\, fonte di vita ed e ffetto della sua tecnologizzazione. E proprio l’idea di ‘codice sorgente’ sorregge l’impianto concettuale\, tecnico ed espositivo della mostra e del corpus di opere sviluppate per l’occasione.\nSe le prime due mostre si so no concentrate sul processo di ricerca e la metodologia di lavoro dell’art ista\, la mostra di Bologna presenta per la prima volta il progetto di Vav arella nella sua completezza. Perno centrale è l’installazione rs548049170 _1_69869_TT (The Other Shapes of Me). Il titolo fa riferimento alla prima riga di testo risultante dalla genotipizzazione del DNA di Vavarella. L’op era parte dalla traduzione\, effettuata dalla madre dell’artista\, del cod ice genetico di Vavarella in tessuto usando una delle prime macchine compu tazionali moderne: il telaio Jacquard di fine Ottocento. Il risultato fina le è un’opera monumentale composta da un tessuto\, un telaio e un film—og gi parte della collezione permanente del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di B ologna.\nLa mostra include una serie di opere inedite intitolate Sections (The Other Shapes of Me). Si tratta di una serie di arazzi di medio e gran de formato che ribalta i parametri imposti dalla macchina e dalla tecnolog ia disponibile alla fine dell’Ottocento\, rimettendo l’uomo—in questo caso Vavarella e la sua altezza—al centro. Se infatti telaio\, macchina Jacqua rd e schede perforate delimitano i confini tecnologici\, scientifici ed es tetici entro i quali è stato possibile dar vita ad un tessuto bicromo (in scala di grigi) di sessanta centimetri di larghezza per più di ottanta met ri di lunghezza\, l’altezza dell’artista costringe ad uno slittamento che impone l’utilizzo di una tecnologia più recente—il telaio elettronico—che ha prodotto come risultato finale un tessuto in quadricromia e più ampio i n estensione. Ogni singolo pezzo—otto in mostra—è appunto una sezione allo stesso tempo del tessuto e del DNA di Vavarella. La terza ed ultima sala propone\, invece\, il ciclo Samples (The Other Shapes of Me): una serie di arazzi di piccolo e medio formato—nove in mostra—mai esposti in Italia. C iascun arazzo corrisponde ad un campione di DNA dell’artista visualizzato attraverso processi eterogenei di elaborazione digitale.\nInfine\, la pubb licazione rs548049170_1_69869_TT edita da MOUSSE\, curata da Emilio Vavare lla\, Claudio Zecchi e Paolo Mele\, chiude la mostra in galleria. La pubbl icazione nasce come un’estensione della ricerca dell’artista attraverso il contributo di quindici professionisti ed esperti in varie discipline—dall ’arte alla filosofia\, dalla biologia all’informatica\, dall’economia all’ artigianato.\n◆◆◆\nEmilio Vavarella (Monfalcone\, *1989) è artista e rice rcatore presso la Harvard University\, dove sta conseguendo un dottorato i n Film\, Visual Studies e Critical Media Practice. Vavarella ha studiato p resso l’Università di Bologna\, la Bezalel Academy di Gerusalemme\, la Bil gi University di Istanbul e lo Iuav di Venezia. Il suo lavoro coniuga rice rca interdisciplinare e sperimentazione mediale ed esamina il rapporto tra soggettività\, creatività non-umana\, e potere tecnologico. Vavarella si è aggiudicato numerosi premi e riconoscimenti\, tra cui: Exibart Prize (20 20)\; Italian Council (2019)\; SIAE Nuove Opere (2019)\; Premio Fattori Co ntemporaneo (2019)\; NYSCA Electronic Media and Film Finishing Funds (2016 )\; Primo Premio Francesco Fabbri per l’Arte Contemporanea (2015) Movin’Up Grant (2015)\; e Premio Lapsus per la fotografia – Celeste Prize (2013). Tra le più significative mostre recenti in Italia si segnalano Low Form al MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo\, a cura di Bartolomeo Pietromarchi\; That’s It! al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna a cur a di Lorenzo Balbi\; RE-CAPTURE: Room(s) for Imperfection a cura di Federi ca Patti presso GALLLERIAPIÚ\; La meglio gioventù\, a cura di Andrea Bruci ati a Villa Manin. Vavarella espone regolarmente nei più importanti spazi dedicati all’arte mediale\, tra cui: ISEA\, iMAL\, Media Art Biennale\, Ne w York Electronic Arts Festival\, EMAF\, JMAF\, ed in prestigiose location s come KANAL – Centre Pompidou\; The Photographers’ Gallery di Londra\; il Museo Nacional Bellas Artes di Santiago\; il National Art Center di Tokyo \; l’Eyebeam Art and Technology Center di New York\; il Museum of Contempo rary Art Vojvodina\, l’Harvard Art Museum\, la Fondazione Studio Marangoni e la Fondazione Bevilacqua La Masa. Il suo lavoro appare regolarmente su quotidiani\, riviste di settore e pubblicazioni scientifiche.\n \nRamdom e ̀ un’organizzazione che si occupa di produzione culturale e artistica con sede a Gagliano del Capo\, in provincia di Lecce. Fondata nel 2011\, ha co me obiettivo quello di promuovere progetti d’arte contemporanea dal respir o internazionale in dialogo con il territorio del Salento. Negli ultimi an ni è stata promotrice di mostre\, installazioni d’arte pubblica\, residen ze\, workshop e incontri\, tra cui i progetti Indagine sulle Terre Estreme e DEFAULT. Nel 2016 ha lanciato il programma di residenze Sino alla Fine del Mare\, dedicato ad artisti e curatori under 35. Nel 2019 ha vinto la 6 .a edizione dell’Italian Council con il progetto rs548049170_1_69869_TT (T he Other Shapes of Me) di Emilio Vavarella e nel 2020 l’8.a con l’opera To ols for Imagination di Céline Condorelli. È anche partner del progetto F luxo di Alessandro Sciarroni con Arthub\, vincitore della 9.a edizione del l’Italian Council.\n \nPartners Istituzionali:\nMAMbo – Museo d’Arte Moder na di Bologna (Italia)\; The Film Study Center (Harvard)\; Arthub (Shangha i)\n \nPartners tecnici:\nTessitura Giaquinto (Gagliano del Capo\, LE)\n \n\n DTSTART;TZID=Europe/Rome:20210504T133300 DTEND;TZID=Europe/Rome:20210831T143300 SEQUENCE:0 SUMMARY:Emilio Vavarella_rs548049170_1_69869_TT (The Other Shapes of Me): S ourcecode URL:http://www.gallleriapiu.com/evento/emilio-vavarella_rs548049170_1_69869 _tt-the-other-shapes-of-me-sourcecode/ X-COST-TYPE:free X-WP-IMAGES-URL:thumbnail\;http://www.gallleriapiu.com/wp-content/uploads/2 021/04/TOSOM_Sc_SaveTheDate-150x150.png\;150\;150\;1\,medium\;http://www.g allleriapiu.com/wp-content/uploads/2021/04/TOSOM_Sc_SaveTheDate-300x300.pn g\;300\;300\;1\,large\;http://www.gallleriapiu.com/wp-content/uploads/2021 /04/TOSOM_Sc_SaveTheDate-632x290.png\;632\;290\;1\,full\;http://www.gallle riapiu.com/wp-content/uploads/2021/04/TOSOM_Sc_SaveTheDate.png\;1458\;1458 \; X-ALT-DESC;FMTTYPE=text/html:\\n\\n
\\nEMILIO VAVARELLA
\nrs548049170_1_69869_TT (The Other Shapes of Me): Sourcecode
\nA cura di Ramdom
\n4.05.2021 > 31.0
8.2021
rs548049170_1_69869_TT (The Other Shapes of Me) : Sourcecode è il titolo della ter za mostra della trilogia espositiva ispirata al progetto rs548 049170_1_69869_TT (The Other Shapes of Me) di Emilio Vavarel la\, vincitore della 6.a Edizione di Italian Council (201 9). Il progetto esplora le origini della tecnologia binaria e le sue più r ecenti applicazioni: dalla tessitura alla programmazione\, agli algoritmi\ , ai software\, ai processi di automazione\, fino alla completa digitalizz azione di un essere umano.
\nDopo “Idee\, ipotesi\, assu nti e oggetti” (luglio-settembre 2020\, Gagliano del Capo) e “Errori\, limiti e malfunzionamenti” (gennaio-f ebbraio 2021\, Shanghai) il progetto arriva a Bologna presso Gallleriapiù con il titolo “Sourcecode.” Il ‘codice sorgente’ è al tempo stesso origine ed elaborazione\, fonte di vita ed effetto dell a sua tecnologizzazione. E proprio l’idea di ‘codice sorgente’ sorregge l’ impianto concettuale\, tecnico ed espositivo della mostra e del corpus di opere sviluppate per l’occasione.
\nSe le prime due mostre si sono c oncentrate sul processo di ricerca e la metodologia di lavoro dell’artista \, la mostra di Bologna presenta per la prima volta il progetto di Vavarel la nella sua completezza. Perno centrale è l’installazione rs5 48049170_1_69869_TT (The Other Shapes of Me). Il ti tolo fa riferimento alla prima riga di testo risultante dalla genotipizzaz ione del DNA di Vavarella. L’opera parte dalla traduzione\, effettuata dal la madre dell’artista\, del codice genetico di Vavarella in tessuto usando una delle prime macchine computazionali moderne: il telaio Jacquard di fi ne Ottocento. Il risultato finale è un’opera monumentale composta da un t essuto\, un telaio e un film—oggi parte della collezione permanente del MA Mbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna.
\nLa mostra include una serie
di opere inedite intitolate Sections (The Other Shapes of Me)
. Si tratta di una serie di arazzi di medio e grande formato
che ribalta i parametri imposti dalla macchina e dalla tecnologia disponi
bile alla fine dell’Ottocento\, rimettendo l’uomo—in questo caso Vavarella
e la sua altezza—al centro. Se infatti telaio\, macchina Jacquard e sched
e perforate delimitano i confini tecnologici\, scientifici ed estetici ent
ro i quali è stato possibile dar vita ad un tessuto bicromo (in scala di g
rigi) di sessanta centimetri di larghezza per più di ottanta metri di lung
hezza\, l’altezza dell’artista costringe ad uno slittamento che impone l’u
tilizzo di una tecnologia più recente—il telaio elettronico—che ha prodott
o come risultato finale un tessuto in quadricromia e più ampio in estensio
ne. Ogni singolo pezzo—otto in mostra—è appunto una sezione allo stesso te
mpo del tessuto e del DNA di Vavarella. La terza ed ultima sala propone\,
invece\, il ciclo Samples (The Other Shapes of Me): una serie di arazzi di piccolo e medio formato—nove in mostra—mai espo
sti in Italia. Ciascun arazzo corrisponde ad un campione di DNA dell’artis
ta visualizzato attraverso processi eterogenei di elaborazione digitale.
p>\n Infine\, la pubblicazione rs548049170_1_69869_TT
strong> edita da MOUSSE\, curata da Emilio Vavarella\, Claudio Zecchi e Pa
olo Mele\, chiude la mostra in galleria. La pubblicazione nasce come un’es
tensione della ricerca dell’artista attraverso il contributo di quindici p
rofessionisti ed esperti in varie discipline—dall’arte alla filosofia\, da
lla biologia all’informatica\, dall’economia all’artigianato. ◆◆◆<
/p>\n Emilio Vavarella (Monfalcone\, *1989) è artista
e ricercatore presso la Harvard University\, dove sta conseguendo un dotto
rato in Film\, Visual Studies e Critical Media Practice. Vavarella ha stud
iato presso l’Università di Bologna\, la Bezalel Academy di Gerusalemme\,
la Bilgi University di Istanbul e lo Iuav di Venezia. Il suo lavoro coniug
a ricerca interdisciplinare e sperimentazione mediale ed esamina il rappor
to tra soggettività\, creatività non-umana\, e potere tecnologico. Vavarel
la si è aggiudicato numerosi premi e riconoscimenti\, tra cui: Exibart Pri
ze (2020)\; Italian Council (2019)\; SIAE Nuove Opere (2019)\; Premio Fatt
ori Contemporaneo (2019)\; NYSCA Electronic Media and Film Finishing Funds
(2016)\; Primo Premio Francesco Fabbri per l’Arte Contemporanea (2015) Mo
vin’Up Grant (2015)\; e Premio Lapsus per la fotografia – Celeste Prize (2
013). Tra le più significative mostre recenti in Italia si segnalano L
ow Form al MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo\, a cura
di Bartolomeo Pietromarchi\; That’s It! al MAMbo – Museo d’Arte
Moderna di Bologna a cura di Lorenzo Balbi\; RE-CAPTURE: Room(s) for I
mperfection a cura di Federica Patti presso GALLLERIAPIÚ\; La meg
lio gioventù\, a cura di Andrea Bruciati a Villa Manin. Vavarella esp
one regolarmente nei più importanti spazi dedicati all’arte mediale\, tra
cui: ISEA\, iMAL\, Media Art Biennale\, New York Electronic Arts Festival\
, EMAF\, JMAF\, ed in prestigiose locations come KANAL – Centre Pompidou\;
The Photographers’ Gallery di Londra\; il Museo Nacional Bellas Artes di
Santiago\; il National Art Center di Tokyo\; l’Eyebeam Art and Technology
Center di New York\; il Museum of Contemporary Art Vojvodina\, l’Harvard A
rt Museum\, la Fondazione Studio Marangoni e la Fondazione Bevilacqua La M
asa. Il suo lavoro appare regolarmente su quotidiani\, riviste di settore
e pubblicazioni scientifiche. Ramdom è
un’organizzazione che si occupa di produzione culturale e artistica con s
ede a Gagliano del Capo\, in provincia di Lecce. Fondata nel 2011\, ha com
e obiettivo quello di promuovere progetti d’arte contemporanea dal respiro
internazionale in dialogo con il territorio del Salento. Negli ultimi ann
i è stata promotrice di mostre\, installazioni d’arte pubblica\, residenz
e\, workshop e incontri\, tra cui i progetti Indagine sulle Terre Estreme
e DEFAULT. Nel 2016 ha lanciato il programma di residenze Sino alla Fi
ne del Mare\, dedicato ad artisti e curatori under 35. Nel 2019 ha vi
nto la 6.a edizione dell’Italian Council con il progetto rs548049170_1
_69869_TT (The Other Shapes of Me) di Emilio Vavarella e nel
2020 l’8.a con l’opera Tools for Imagination di Céline Condorel
li. È anche partner del progetto Fluxo di Alessandro Sciarroni con Arthub
\, vincitore della 9.a edizione dell’Italian Council. Pa
rtners Istituzionali: MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna (Ita
lia)\; The Film Study Center (Harvard)\; Arthub (Shanghai) Partners tecnici:
Tessitura Giaquinto (Gagliano del Capo\, LE) A cura di Arc
hivio Concetto Pozzati opening 9.10.2021 Vulv’are è la prima mostra monografica di Concetto Pozzati curata dall’Archivio i
n collaborazione con GALLLERIAPIU\, dedicata interamente all’ultimo ciclo
dipinto dall’artista prima di morire\, dal 2015 al 2016. Tutto surreale\, tu
tto disegnato\, segnato\, toccato\, accarezzato… Tutto non visto ma incont
rato\, il fantasma è già arrivato. Non si rappresenta “vulvando” ma è il s
egno che ha il suo odore e si fa sempre vulva presentativa\, sempre differ
ente\, occhio che schiude torpori e calori” Un omaggio disincantat
o all’Origine del mondo\, il dipinto di Gustave Courbet di cui Co
ncetto Pozzati teneva una riproduzione attaccata con una puntina sulla gra
nde parete di legno dove dipingeva\; un omaggio alla pittura\, al suo pote
re seduttivo e carnale ma anche un ritorno alla giovinezza\, sottolineato
da quei segnali stilizzati incollati sulle tele a ricordare gli anni Sessa
nta e il periodo “pop” e da quei grafismi liberi e felici che contornano s
pesso le vulve\, come una criniera o una capigliatura ribelle. Un ritorno
alla giovinezza da parte di un artista che ha voluto vivere la fine delle
illusioni con un rinvigorito amore per la pittura\, che è e sempre sarà al
di fuori del tempo. Archivio Concetto Pozzati GAIA FUGAZZA\, CONCETTO POZZATI E IVANA SPINELLI 4 novembre: previe
w (su invito)
\n10.10.2021 > 18.12
.2021
\nIl ciclo\,
totalmente inedito\, è accompagnato dallo scritto di Concetto Pozzati -co
me era consuetudine cara all’artista quella di affiancare la parte pittori
ca con quella poetica e speculativa- dove si legge: “Il pittore se non gua
rda più immagina “vulvando”\, sogna pur con la pupilla spalancata perché h
a paura che il sogno svanisca addormentandosi.
\n
\ncorridoio nero\, st
and 3\n
\nIl concett
o di primigenio si esplica attraverso superfici incise\, intagliate\, riem
pite con elementi naturali: un continuo ritorno all’origine dei segni e de
l linguaggio. Una perpetua riappropriazione del concetto di corpo e della
sua traduzione pittorica e scultorea.
\n5-6-7 novembre: apertura al pubblico
\nOrari di
apertura:
\nSlot 1: 12.00 – 16.00
\nSlot 2: 16.00 – 20.00
\nvia Giacomo Mattè Trucco\,
70
\nTorino
AcidZab
\n18-21 h
\nIn occasione della giornata del contemporaneo Deposits\, il cantiere di immagini di F elicity Hammond sarà scosso dai territori accidentati e spezzati fatti di Electro\, IDM e Braindance del selektor @AcidZab.
\nNei suoi assemblaggi digitali\, Fel icity Hammond tratta le immagini come zone di scavo in un passaggio di sta to continuo tra materia e pixel. Gli scarti di cantiere\, i marmi\, le rad ici e i materiali plastici si ibrideranno con nuove strutture ritmiche\, t exture elettroniche e allucinazioni industriali.
\n\n
\n
BIO
\nAcidZab è il progetto elettronico che Samuele Maol oni ha ideato nel 2013 spinto dalla scoperta della House e della Techno e dalla crescente devozione verso tutto il mondo della musica elettronica. D al 2016 entra a far parte dello staff dell’etichetta Sonic Belligeranza di Riccardo Balli partecipando come co-produttore ad alcuni progetti musical i\, tra cui Frankenstein Or The 8-Bit Prometheus radio drama\, iniziato ne l 2017 e terminato nel 2018 per la web radio bolognese OC!WR. Attualmente continua a pubblicare mix online come “A. Selector”\, collabora per la riv ista di musica\, arte e moda T-mag e per Link Academy Radio conducendo men silmente “AcidZab Info Point”. Nel 2023 entra a far parte della crew dei p arty Bohemien Club come dj resident aprendo per artisti come Marco Passara ni.
\n\n
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\nENG
\nDeposits Soundtrack em>
\nAcidZab
\n18-21 h
\nIn the framework of the Day for Contemporary Art\, the exhibition Deposits by @Felicity Hammond’s will be shaken by the rough an d broken territories made of Electro\, IDM and Braindance by selektor @Aci dZab.
\nIn he r digital assemblages\, Felicity Hammond treats images as excavation areas in a continuous transition between matter and pixels. Yard waste\, marble s\, roots\, and plastics will hybridize with new rhythmic structures\, ele ctronic textures\, and industrial hallucinations.
\n\n
\n
BIO
\nAcidZab is the electronic project that Samuele Ma oloni conceived in 2013 driven by the discovery of House and Techno and a growing devotion to the whole world of electronic music. Since 2016 he joi ned the staff of Riccardo Balli’s Sonic Belligeranza label participating a s co-producer in some musical projects\, including Frankenstein Or The 8-B it Prometheus radio drama\, started in 2017 and finished in 2018 for the B olognese web radio OC!WR. He currently continues to publish mixes online a s “A. Selector\,” collaborates for music\, art and fashion magazine T-mag and for Link Academy Radio by hosting monthly “AcidZab Info Point.” In 202 3 he joined the Bohemian Club party crew as a resident DJ opening for arti sts such as Marco Passarani.
\n END:VEVENT END:VCALENDAR